lunedì 18 ottobre 2010

L'importanza di fare un sito ben strutturato

Il mondo lo si sa ormai viaggia on line. Non esiste, o quasi, azienda o impresa che non abbia un sito web per diffondere la loro attività. Ma quanti di questi siti sono veramente ben fatti? Pochi. 
Esaminiamo cosa è essenziale fare per avere un sito accattivante.
Innanzitutto la semplicità. Non credo molto in quei sito troppo elaborati in flash che presentano molta animazione ma spesso poco contenuto. 

Quando si progetta un sito web è necessario:
- impostare una matrice SWOT: valutare, quindi, i punti forza, le debolezze, le opportunità e le eventuali minacce. 
- segmentazione: individuare il gruppo di appartenenza.
- targetizzazione: individuare i singoli utenti ai quali ci dobbiamo rivolgere.
- obiettivi: lo scopo e il messaggio che si vuole trasmettere.
- analisi competitors: vedere come sono posizionati i concorrenti.
- social media: invididuare attraverso quali canali si vuole pubblicizzare il prodotto

Purtroppo l'Italia rispetto agli USA o altri stati dell'EU è indietro e c'è molto ancora da imparare.
Spesso ci imbattiamo in siti web lanciati ma poi abbandonati e privi di informazione o se c'è è datata oppure in siti confusionari dove le informazioni ci sono ma sono difficili da reperire in quanto non c'è una vera e propria logica nel saper comunicare.
L'importanza di saper costruire un buon sito è veicolare le informazioni in modo chiaro e semplice non tralasciando l'immagine del prodotto. La grafica oggi non è più un contorno a sè ma fa parte integrante del testo. Deve a sua volta saper comunicare. Ad esempio il colore usato con lo sfondo deve essere in grado in qualche modo di rimandare all'immagine del prodotto. 
A livello di contenuti è importante spiegare la storia di un azienda nella sezione 'chi siamo' per dare all'utente una percezione della solidità e affidabilità del prodotto. Poi è importante elencare il o i vari prodotti descrivendone le loro qualità e il perchè scegliere questo piuttosto che un altro (informare sui punti di forza). Infine è importante la sezione contatti e poi un vero corporate blog.
Ecco questo è un punto fondamentale sul quale molte aziende non puntano. Il blog non deve necessariamente parlare del più o del meno ma anzi serve a rafforzare la brand image pertanto i veri blog ben fatti sono delle sezioni in cui si parla del prodotto, si risponde anche a domande o si intavola una discussione. 
Recentemente parlando con un amico delle merendine del Mulino Bianco (amarcord puro) ho avuto modo di imbattermi del blog dell'azienda e sono rimasta soddisfatta nel vedere che è ben strutturato.
Si parlava dei gadget che negli anni '80 hanno fatto 'impazzire' i bimbi: le gommine in plastica. Chi non le ha collezionate? Nel blog c'è una spiegazione del perchè l'azienda decise di smetterne la produzione. Inoltre si parlava di un ritorno di alcune merendine: una vera e propria 'limited edition'. C'era l'esempio del soldino, altra mitica merendina targata anni '80, che verrà ripresentato in anteprima all'edizione di Eurochocolate che si sta svolgendo in questi giorni a Perugia. 
Insomma tutto questo è una forma per diffondere la filosofia di un brand. 
Il blog è importante anche per rispondere a eventuali critiche o problemi che possono nascere in modo qualificato e diretto. 
Inoltre non sottovalutate i social media. Immaginate che leggendo quel posto interessante post sul blog della Mulino Bianco io volessi rendere partecipe chi come me si domanda come mai non hanno più prodotto le gommine-gadget ed ecco che si può aggiungere un 'tweet' o un 'mi piace' che rimanda alle due pagine dei social ntwk così che si possa spargere attraverso gli utenti. Spesso accade che la mentalità italiana è ancora legata ai canali tradizionali per fare pubblicità e soltanto a sentire la parola on line ci si spaventa ma è assolutamente importante crearsi un profilo su un social network tipo FB o Twitter in modo da interagire con gli altri e fare si che i click sul 'mi piace' innalzino il gradimento della pagina e il ranking di SEO (search engine optimization). 

L'utente? L'utente, e in questo caso prendo me come 'sample', come reagisce davanti a questi siti? Io detesto lo stato confusionale in cui alcuni siti mostrano la propria immagine. Tante informazioni spesso ma nulla di diretto o chiaro causando l'abbandono del sito dopo pochi minuti. Infatti l'obiettivo deve essere quello di attirare l'utente non di scoraggiarlo e questo lo si può fare solo se si veicola una giusta informazione. In questo caso sarà difficile che l'user abbandoni il sito che sta visitando.

Infine, mi rivolgo a chi fa questo mestiere, a chi ha un sito e vuole migliorarlo cercate di non sottovalutare la potenzialità del Web 2.0. Osate e sicuramente sarete ricompensati. Avete un potenziale enorme ... il futuro è on line. Abbiate la passione di spargere il verbo del vostro prodotto!




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